Si può prevenire la muffa?
Non si può prevenire la muffa se non si conoscono le cause che portano alla sua formazione all’interno delle case di milioni di persone. Cos’è la muffa e da cosa è generata sono perciò le prime domande a cui bisogna dare una risposta per riuscire a prevenire il suo sviluppo.
Che cos’è la muffa?
La muffa è formata da microrganismi che appartengono alla vasta famiglia dei funghi (se ne contano addirittura 100.000 specie!), che si riproducono per mezzo di spore. Vivono e crescono esclusivamente in ambienti umidi e al presentarsi di determinate condizioni favorevoli. Saranno proprio queste “condizioni favorevoli” che dovremo imparare a conoscere per poterle controllare e prevenire la formazione della muffa sui muri delle nostre case.
Il ruolo di primaria importanza nella formazione della muffa è dato dall’alta umidità e dalla presenza della condensa.
Ma ad incidere sullo sviluppo della muffa sono anche altre cause, come:
- Scarsa ventilazione;
- Insufficiente isolamento termico;
- Mancata esposizione alla luce solare;
- Inadeguata manutenzione;
- Errori progettuali dell’isolamento;
- Interventi costruttivi sbagliati.
Ci sono delle buone pratiche che dobbiamo imparare ad adottare quotidianamente per creare un ambiente sfavorevole alla formazione della muffa.
Analizziamole brevemente.
7 buone azioni per prevenire la muffa in casa
- Attenzione al tasso di umidità interno
Il primo passo da fare è munirsi di un igrometro che tenga monitorata la temperatura e il livello di umidità interna. Qualora i livelli superassero quelli ideali pari al 50/60% bisognerà intervenire prontamente, per esempio arieggiando le stanze per qualche minuto in inverno e per circa 10 minuti nella stagione calda. Nel compiere questa operazione bisognerà fare attenzione a creare un vero e proprio ricircolo d’aria, creando corrente. Solo così potremo garantire un ricambio sufficiente facendo entrare aria fresca e facendo uscire quella ricca di goccioline d’acqua. In alternativa per avere un costante ricircolo d’aria si può ricorrere all’applicazione di sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC) . - Mantenere la luminosità in casa
Una buona abitudine è garantire una buona luminosità naturale interna nelle stanze, perciò evitate di lasciare le persiane abbassate o socchiudere gli scuretti quando uscite di casa la mattina per andare al lavoro. La muffa predilige infatti ambienti bui per svilupparsi. - Non addossare i mobili ai muri
Lasciare qualche centimetro di spazio tra il mobile e il muro consente il passaggio di aria e luce, sfavorendo la formazione di muffa. - Eliminare subito eventuali perdite di acqua
Qualora vi accorgeste che un rubinetto o ancor peggio un tubo interno ad un muro perde acqua dovete intervenire quanto prima, per evitare che porzioni sempre più ampie di muro diventino umide. Una parete bagnata, infatti, è il luogo ideale su cui le spore di muffa presenti nell’aria possono appoggiarsi ed iniziare a proliferare, dando inizio in primis a dei piccoli puntini neri fino a creare vere e proprie macchie nere di muffa. - Utilizzate le cappe di aspirazione quando cucinate, per evitare che i vapori umidi si diffondano negli ambienti.
- Arieggiate il bagno dopo aver fatto la doccia, mantenendo la porta chiusa e spalancando le finestre per far uscire il vapore acqueo.
- Eliminate i ponti termici
Il ponte termico identifica un “punto freddo” nelle pareti di una stanza, che si crea principalmente negli angoli di intersezione di due pareti. Perché si formano questi punti freddi? Nelle abitazioni, soprattutto in quelle di non recente costruzione, ci sono delle discontinuità, dei punti in cui l’isolamento termico non è sufficiente o manca del tutto. Il ponte termico è una delle principali cause della formazione della muffa nelle case.
Quali sono le conseguenze della presenza di un ponte termico? Nelle zone in cui l’isolamento è insufficiente il calore interno alla casa prodotto dall’impianto di riscaldamento tende ad andare verso l’esterno attraversando il muro. Qui incontra l’aria fredda esterna dando origine al fenomeno della condensa che, ancora una volta, genera le condizioni favorevoli per lo sviluppo della muffa.
Come prevenire la muffa eliminando i ponti termici?
Lo strumento più usato per prevenire la muffa eliminando il ponte termico è l’applicazione di un cappotto termico esterno, che si compone di:
- pannelli di vario materiale(sintetico, naturale o minerale), che vengono ancorati ai muri esterni;
- finitura applicata sui pannelli
Un altro metodo consiste nell’applicazione di pannelli interni costituiti da pannelli di vario materiale applicati sulle pareti verticali che hanno problemi di dispersione termica.
Infine si può applicare un rivestimento termico liquido per creare uno strato protettivo contro la formazione di umidità e condensa e successivamente una finitura in vetroceramica con micro-particelle che mantengono il muro più caldo.
Come prevenire la muffa con pitture naturali
La prevenzione della muffa nelle abitazioni può essere efficacemente gestita attraverso l’uso di pitture naturali, che offrono due opzioni principali: l’Antimuffa Naturale e l’Anticondensa Naturale.
- Pittura Naturale Antimuffa: Formulata con oli e resine vegetali, questa pittura non contiene biocidi a base di formaldeide o sostanze petrolchimiche. Con una resa di 5/6 mq/litro per due passate, è certificata classe A+ e contiene ingredienti come carbonato di calcio, argilla bianca, olio essenziale di lavandino e olio essenziale di pino. Questa pittura antimuffa è completamente biodegradabile, assume la massima resistenza dopo circa 10 giorni.
- Pittura Anticondensa Naturale: La pittura anticondensa è formulata con oli vegetali e ioni di argento, offrendo una resa di 3 mq/litro per due passate. Include ingredienti come carbonato di calcio, ossido di titanio, olio di ricino disidratato e sali di argento, tutti completamente biodegradabili. Anche la pittura anticondensa naturale assume la massima resistenza dopo circa 10 giorni dall’applicazione.
Entrambe le opzioni sono formulate con materie prime organiche di origine vegetale e sono esenti da sostanze dannose per l’uomo e l’ambiente. La loro applicazione richiede una preparazione accurata del fondo e l’uso di rullo o pennellessa, con tempi di asciugatura che variano da 30 minuti (asciutto al tatto) a 24 ore (secco in profondità).
Ti è mai capitato in inverno, di notare sui vetri delle finestre delle goccioline di acqua?
Quello che vedi non è altro che la dimostrazione del fenomeno della condensazione in un ambiente. Quando l’acqua presente nell’aria si deposita su una superficie più fredda, forma le tipiche goccioline. Ma lo stesso fenomeno può manifestarsi anche su altre superfici oltre al vetro, creando così condensa sui muri, sul legno, sulle piastrelle, giusto per fare degli esempi. Condizioni di umidità elevata favoriscono anche la crescita delle spore di muffe.
Che cos’è la condensa?
La condensa è un velo acquoso ed è il risultato del fenomeno della condensazione, cioè il passaggio di stato di aeriforme a quello liquido di una sostanza. La condensa si forma quando il vapore acqueo presente nell’aria raggiunge livelli tali da depositarsi su una superficie sufficientemente fredda e rendere così possibile il suo cambio di stato: da gas, a liquido. Affinchè questo processo abbia luogo è necessario che siano presenti elevati tassi di umidità nell’aria.
Fattori che devono coesistere per dare luogo a questo fenomeno naturale sono: umidità, contrasto caldo/freddo, scarso ricambio d’aria
In particolare si forma la condensa quando viene raggiunto il “punto di rugiada”: con questo termine si identifica la temperatura alla quale l’aria diventa satura, generando rugiada, brina e appunto condensa. Immaginate a quanto accade quando fate una doccia bollente: lo specchio si appanna proprio in seguito alla formazione della condensa! Fino a quando il fenomeno riguarda un vetro o uno specchio, la soluzione è semplice: basta asciugare le goccioline d’acqua con uno straccio. Il problema sorge quando la condensa si forma sui muri esterni, che sono freddi e poco isolati. Si forma così la famigerata muffa da condensa, l’incubo di milioni di famiglie italiane.
Esistono 2 tipologie di condensa: quella superficiale e quella interstiziale.
Condensa superficiale: Come anticipa il nome, la formazione della condensa in questo caso avviene sulle superfici fredde come i muri perimetrali e i vetri di casa. L’aria carica di umidità entra in contatto con queste superfici e lo sbalzo di temperatura fa sì che l’aria umida cambi stato trasformandosi in liquido (goccioline).
Condensa interstiziale: La condensa interstiziale è difficile da individuare, a differenza di quella superficiale, in quanto si forma all’interno delle pareti. Nel corso della stagione fredda il vapore va verso l’esterno, a causa di tre fattori: 1) differenza di temperatura interno/esterno; 2) diverso grado di umidità relativa interno/esterno; 3) pressione di vapore differente interno/esterno.
Così l’acqua trasportata dal vapore che attraversa i muri occupa gli interstizi all’interno della parete. La condensa interstiziale si verifica in presenza di marcate differenze di temperatura tra l’aria interna e quella esterna alla casa. Chiariamo subito che il fenomeno della condensa all’interno delle nostre abitazioni si forma prevalentemente nella stagione fredda. In inverno infatti, è presente una differenza sostanziale tra la temperatura interna e quella esterna. L’aria calda e molto umida ha la necessità di trovare una superficie più fredda per condensarsi. Se non interrompiamo questo processo il risultato sarà muri umidi, quasi bagnati. L’acqua che si deposita sulle pareti deteriora il muro (l’intonaco si gonfia e poi si stacca) e crea un ambiente fertile per lo sviluppo della muffa.
Effettua una corretta ventilazione
Una delle azioni più naturali e più semplici per prevenire il problema della muffa da condensa è la ventilazione adeguata degli ambienti. Ventilare non significa aprire la finestra, ma aprire il maggior numero di finestre per creare un vero e proprio flusso d’aria che assicuri il ricambio necessario. Bastano pochi minuti più volte al giorno, tutti i giorni. La creazione di un flusso di aria non permette alle muffe di depositarsi sulle pareti, se non in piccola quantità. Il rischio di sviluppo della muffa sui muri si riduce così notevolmente. Nei locali privi di finestre il ricambio d’aria può essere effettuato installando sistemi di aerazione forzata (VMC) in grado di estrarre l’aria esausta e immettere aria fresca. In cucina per evitare umidità eccessiva basta attivare la cappa d’aspirazione e, ove possibile, aprire le finestre creando corrente.
L’aria fresca abbatte la concentrazione di contaminanti, migliorando la qualità dell’aria indoor. Inoltre, abbassando l’umidità interna eviterai la formazione di condensa su muri, mobili e rivestimenti.
Per scongiurare il pericolo di formazione di muffa dietro l’armadio, lascia uno spazio di qualche centimetro tra lo schienale e la parete: l’aria circolando anche dietro il complemento manterrà asciutto il pannello e gli abiti in esso contenuti.
Utilizza un igrometro per monitorare il tasso di umidità
Per essere sicuro di avere il giusto tasso di umidità in casa puoi utilizzare un termoigrometro portatile, uno strumento dall’uso intuitivo e facilmente reperibile sul mercato. I valori ottimali di umidità relativa sono compresi tra il 40% e il 55%. Se rilevi tassi superiori, devi adoperarti per riportarli nel range consigliato. Considera che maggiore è il tasso di umidità più velocemente si svilupperà e diffonderà la muffa.
Isola gli ambienti domestici con materiali e rivestimenti coibentanti.
Se hai già provato a rimuovere la muffa con i classici rimedi più conosciuti come candeggina e spray antimuffa, sai già che non funzionano a lungo e in maniera definitiva. E la muffa, dopo poco, ritorna e ben più forte di prima 🙁
Umidità di risalita cos’è e cosa genera?
L’umidità di risalita è quella particolare forma di umidità che deriva dalla penetrazione nei muri di casa dell’acqua naturalmente presente nel terreno. Per eliminare l’umidità di risalita è necessario prima capire quali sono le cause che la generano. Devi sapere che la muffa di risalita in casa si forma nei piani interrati oppure al piano terra. Questo perché la principale causa della sua formazione è la risalita dal basso dell’umidità, grazie alla capillarità dei materiali con cui sono costruite le pareti. Più precisamente, la vera causa non è l’umidità in sé, quanto i sali che vi sono disciolti all’interno e che derivano dal terreno oppure dai materiali di costruzione delle pareti. Nel momento in cui l’umidità evapora, lascia all’interno della parete i sali stessi che, in mancanza di acqua, aumentano la propria dimensione finendo per disgregare l’intonaco. Inutile dire che i sali e l’umidità sono un vero toccasana per la muffa di risalita, che proprio in questi punti troverà un ambiente ottimale per crescere e riprodursi.
la muffa da risalita e la muffa da condensa hanno una causa comune: l’umidità.
L’umidità del terreno trova facilmente spazio tra le fughe delle piastrelle, negli spazi interstiziali tra i mattoni e persino all’interno degli intonaci con i quali sono ricoperti. Ecco perché, per riconoscere la muffa di risalita, a volte basta notare dei rigonfiamenti dell’intonaco basso delle pareti, e il suo sfarinamento e distacco.
Ci sono però altri segnali che ci possono venire in aiuto per riconoscere questo tipo di muffa.
Se noti:
- delle macchie gialle che risalgono dal pavimento e raggiungono un’altezza non superiore al metro
- un odore stantio nelle vicinanze
- la presenza di polvere salina
- la comparsa di muffa
In questi casi, possiamo essere piuttosto certi che si tratti di umidità di risalita.
Attenzione però: l’umidità di risalita si forma solo nei piani interrati e al piano terra. Se noti la comparsa di questi fenomeni ai piani superiori, probabilmente si tratta della rottura di qualche tubatura o della penetrazione di umidità da pareti contigue o dal terrazzo.
Come eliminare l’umidità di risalita
Per eliminare l’umidità di risalita le soluzioni sono diverse, ma non tutte funzionali.
Partiamo capendo quali sono le soluzioni non ottimali per risolvere il problema e che, invece, potrebbero finire per provocare più danni che soluzioni.
- L’intonaco deumidificante: è un grande classico, spacciato come soluzione dai più, ma che in realtà non va a risolvere il problema. Solo a tamponarlo momentaneamente.
- Pannelli e contropareti: anche in questo caso il problema persiste. L’umidità da risalita continua infatti a svilupparsi all’interno della parete, anche se questa viene ricoperta da un secondo strato. Il risultato è solo peggiore: cattivi odori e un ambiente malsano.
- Guaine impermeabilizzanti: si tratta di guaine in cartongesso montate al di sotto delle pareti per andare ad eliminare il problema della muffa da risalita. Peccato che, spesso, la loro presenza sia inutile poiché l’umidità continua a risalire le pareti, e la muffa a crescere.
I rimedi efficaci per l’umidità di risalita potrebbero invece essere altri.
- Molte abitazioni datate prevedono la presenza di un taglio meccanico dei muri, unica vera soluzione alla risalita della condensa, è ormai illegale in molte zone d’Italia per motivi sismici.
- Dispositivi anti umidità che funzionano per inversione di polarità ed elettrosmosi, bloccando la risalita dell’umidità (ma non le cause di umidità!).
- Iniezione chimica antiumidità di risalita (barriera chimica): si tratta della perforazione delle pareti per inserirvi un liquido che crea una barriera impermeabilizzante orizzontale nella parete.
Come si può capire se abbiamo aperto abbastanza le nostre finestre?
Dato che la percezione soggettiva può variare, vi consigliamo di seguito le tempistiche da tenere come riferimento:
- Apertura a battente con corrente d’aria: in inverno è sufficiente dai 2 ai 4 minuti, mentre in estate si consiglia dai 12 ai 20 minuti.
- Apertura a ribalta con corrente d’aria: in inverno è sufficiente dai 4 ai 6 minuti,mentre in estate si consiglia dai 25 ai 30 minuti.
- Apertura a battente senza corrente d’aria: in inverno è sufficiente dai 4 ai 6 minuti, mentre in estate si consiglia dai 25 ai 30 minuti.
- Apertura a ribalta senza corrente d’aria:in inverno è sufficiente dai 30 ai 75 minuti, mentre in estate si consiglia dalle 3 alle 6 ore.
Il giusto tempo per arieggiare correttamente gli ambienti dipende da diversi fattori: la diversa apertura, ovvero se abbiamo una finestra a battente o a ribalta; la stagione, in quanto in inverno la differenza di temperatura tra interno ed esterno velocizza il ricircolo; la presenza e la velocità del vento che favorisce il ricambio di aria. Inoltre, bisogna ricordare che la presenza di muffe, che si verifica per la mancata ventilazione, può insorgere anche se non la si adotta in maniera corretta. Arieggiare troppo la stanza potrebbe provocare muffa poiché il vapore acqueo presente nell’aria riscaldata, proveniente dai locali limitrofi, tende a depositarsi sulla superficie fredda dei muri dando luogo, a sua volta, alla formazione di condensa. Lasciare aperte troppo a lungo le finestre causerebbe inutili perdite di energia, aumentando del 25% i vostri costi di riscaldamento.