Quando si decide di cambiare gli infissi, è necessario rispettare il decoro architettonico, prendendo infissi il più simili possibili a tutti quelli del fabbricato. La Cass. 1/12/2021 n°37732/21 ha ribadito per l’ennesima volta che è vietata non solo l’opera che altera le linee architettoniche ma anche quella che rifletta negativament sull’aspetto armonioso del fabbricato, a prescindere dal pregio artistico. Nessuna influenza può avere il grado di visibilità dell’opera contestata in relazione ai diversi punti di osservazione dell’edificio, oppure alla presenza di altre pregresse opere non autorizzate. Nel caso in esame, erano stati sostituiti infissi esterni originariamente in legno e uniformi, con infissi in allumigno preveniciati in bianco, sui quali è stata applicata una striscia adesiva marrone, causando così una lesione del decoro architettonico.
La circolare dell’Agenzia delle Entrate nr. 15/E del 12 luglio 2018, prevede nel quadro di interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria anche l’installazione di tapparelle e zanzariere nelle abitazioni private può godere dell’aliquota Iva agevolata al 10%, scattando la limitazione prevista per i «beni significativi» solo se tali dispositivi non abbiano autonomia funzionale in quanto risultino strutturalmente integrati con gli infissi. Il valore dei beni significativi impiegati nell’ambito degli interventi di manutenzione agevolati deve in ogni caso risultare distintamente nella fattura anche quando l’operazione è interamente soggetta all’aliquota del 10%.
Con l’installazione di infissi si può accedere al 50% della detrazione fiscale in 10 anni, ma nel caso siano del tipo “abbattimento barriere architettoniche” la detrazione è del 75% in 5 anni e qualcuno offre lo sconto in fattura.
Perchè capita spesso che alla sostituzione degli infissi segua la comparsa di muffa? Quali sono i vantaggi di installare serramenti in pvc?
Gli infissi in pvc rappresentano una soluzione ottimale per sostituire i vecchi serramenti. I vantaggi di questo tipo di materiale sono molteplici e riguardano aspetti diversi legati proprio alla sua composizione. PVC sta per polivinircloruro, un materiale performante che rende le finestre resistenti alle intemperie, alle piogge acide e all’inquinamento. Allo stesso tempo, si tratta di un materiale con una bassa conducibilità termica. Questo significa che gli infissi in pvc sono degli ottimi isolanti termici, in grado di mantenere una buona differenza di temperatura tra interno ed esterno delle abitazioni. Non isolano però solo la temperatura, ma anche l’umidità. Ciò significa che l’umidità esterna viene bloccata, ma anche quella interna, se non vi è ricircolo d’aria, rimane stabile all’interno della casa. L’umidità che si forma dentro casa dipende dalle nostre attività quotidiane e dall’emissione di vapore acqueo attraverso la nostra stessa respirazione e sudorazione. La casa, grazie ai nuovi serramenti “a tenuta ermetica” e con un ricircolo d’aria insufficiente dà origine alla condensa sugli infissi in pvc, ma non solo. L’aria carica di umidità tende infatti a condensarsi su qualsiasi superficie sufficientemente fredda, tale da permettere il suo cambio di stato. Insomma si crea un microambiente favorevole allo sviluppo della muffa.
Perchè l’umidità in casa aumenta? E come mai capita spesso di notare la comparsa della muffa intorno ai serramenti appena sostituiti?
Come abbiamo sottolineato, gli infissi in pvc sono degli ottimi isolanti. A differenza dei serramenti di vecchia generazione, se correttamente installati, i nuovi serramenti sono in grado di sigillare le abitazioni. Di conseguenza, creano un microclima nuovo negli ambienti, mantenendo all’interno l’umidità. Se ripensiamo per un attimo alle vecchie finestre invece, ci salta subito alla mente una parola: spiffero. Gli spifferi d’aria sono fenomeni tanto fastidiosi quanto paradossalmente utili al ricircolo dell’aria degli ambienti e alla conseguente riduzione dell’umidità interna.
E’ consigliabile perciò scegliere modelli dotati di microventilazione in grado di mantenere un corretto ricircolo d’aria.
Ci sono diverse attività domestiche che contribuiscono ad accrescere la probabilità di condensa nelle abitazioni. Basti pensare alla doccia calda, alla cucina, o ai panni bagnati in casa. Ma non solo! Sapevi che produciamo umidità anche solo respirando? Quando l’acqua contenuta nell’aria di un ambiente supera un certo limite di saturazione, essa tende a depositarsi nei punti più freddi. Alcuni esempi sono gli angoli tra pareti e soffitti, le travi, le mura a contatto con l’esterno e i perimetri degli infissi installati in maniera scorretta. In questi casi, se fatta evaporare o si crea ricircolo d’aria, l’umidità si disperde. In caso contrario, invece, condenserà su suppellettili e pareti, trasformandoli in superfici ottimali per il deposito e lo sviluppo delle spore della muffa. Ecco spiegato perchè, dopo aver installato serramenti in pvc, è necessario adottare buone pratiche di comportamento per evitare la condensa e il conseguente sviluppo di muffe.
Le diverse attività quotidiane svolte all’interno delle mura domestiche, possono provocare la formazione di umidità che può accumularsi sulle finestre e sulle pareti causando condense e muffe, antiestetiche e molto dannose per la salute.
Per evitare tali problematiche occorre arieggiare correttamente gli ambienti.
Come si può capire se abbiamo aperto abbastanza le nostre finestre?
Dato che la percezione soggettiva può variare, vi consigliamo di seguito le tempistiche da tenere come riferimento:
- Apertura a battente con corrente d’aria: in inverno è sufficiente dai 2 ai 4 minuti, mentre in estate si consiglia dai 12 ai 20 minuti.
- Apertura a ribalta con corrente d’aria: in inverno è sufficiente dai 4 ai 6 minuti,mentre in estate si consiglia dai 25 ai 30 minuti.
- Apertura a battente senza corrente d’aria: in inverno è sufficiente dai 4 ai 6 minuti, mentre in estate si consiglia dai 25 ai 30 minuti.
- Apertura a ribalta senza corrente d’aria:in inverno è sufficiente dai 30 ai 75 minuti, mentre in estate si consiglia dalle 3 alle 6 ore.
Il giusto tempo per arieggiare correttamente gli ambienti dipende da diversi fattori: la diversa apertura, ovvero se abbiamo una finestra a battente o a ribalta; la stagione, in quanto in inverno la differenza di temperatura tra interno ed esterno velocizza il ricircolo; la presenza e la velocità del vento che favorisce il ricambio di aria. Inoltre, bisogna ricordare che la presenza di muffe, che si verifica per la mancata ventilazione, può insorgere anche se non la si adotta in maniera corretta. Arieggiare troppo la stanza potrebbe provocare muffa poiché il vapore acqueo presente nell’aria riscaldata, proveniente dai locali limitrofi, tende a depositarsi sulla superficie fredda dei muri dando luogo, a sua volta, alla formazione di condensa. Lasciare aperte troppo a lungo le finestre causerebbe inutili perdite di energia, aumentando del 25% i vostri costi di riscaldamento.